Il Parco Nazionale degli Ecrins è il 5° per estensione degli undici Parchi Nazionali disseminati sul territorio francese. A cavallo tra due dipartimenti, le Hautes-Alpes in Provenza e l’Isère in Auvergne-Rhone-Alpes, costituisce il trait d’union tra le Alpi del sud e quelle del nord. Con le sue cime prestigiose e una biodiversità eccezionale, è considerato il Parco Europeo dell’alta montagna.
Il Pays des Ecrins
Il mio ultimo viaggio in Francia mi ha portato alla scoperta del territorio noto come “Pays des Ecrins“, situato nel nord-est del dipartimento delle Hautes-Alpes, nel del Parco Nazionale degli Ecrins. Si tratta di un territorio di 462 km2 che raggruppa 8 comuni distribuiti in 3 vallate (Durance, Vallouise e Fressinière). Il comune principale, l’Argentière la Bessée, si trova a 15 km da Briançon.
In quest’articolo voglio raccontarvi questo territorio di alta montagna attraverso 3 esperienze uniche e suggestive a contatto con una natura maestosa e incontaminata che in me hanno lasciato il segno.
1. La miniera d’argento
La prima mini-avventura che ho vissuto confesso ha messo alla prova la mia claustrofobia nascente. Eh si perché si è svolta sotto terra! Dovete sapere che nel comune di Argentière la Bessé sorge un’antichissima miniera di piombo e argento risalente addirittura al X secolo, che è possibile visitare grazie ad un grandioso lavoro di bonifica.
Come si svolge la visita
La visita ha inizio al Museo della Miniera (rue du Chateau, 10) che è anche il luogo di accoglienza dei visitatori dove è possibile acquistare il biglietto d’ingresso. Poi, con una guida esperta, si parte in navetta per raggiungere il parcheggio della miniera che dista 3km. Da qui si accede alla miniera attraverso un sentiero di montagna che porta in fondo alle gole del Fournel: una passeggiata di 10/15 minuti per scendere e poi risalire!
Così, munita di casco e dopo una discesa tra scorci paesaggistici suggestivi, sono entrata nel cuore di un mondo sotteraneo straordinario! Lungo un percorso sotterraneo di 600 m. abbiamo esplorato le gallerie di ricerca del XIX secolo e i siti di brillamento del minerale, per poi passare alla grandiosa Sala Macchine, dove venivano pompate e arginate le parti profonde della miniera. Il viaggio sotterraneo prosegue fino alle sorprendenti camere a volta scavate in epoca medievale con il fuoco.
La visita che ho fatto io si chiama “L’incontournable”, ma vengono proposte anche visite a tema come la Visita Immersiva con la Realtà Virtuale in cui la visita guidata alle parti esterne e sotterranee della gola del Fournel è arricchita da 2 sequenze di realtà virtuale, utilizzando l’applicazione Legendr® e una cuffia collegata. Per i più avventurosi c’è la Visita Privilège: in questo tour speciale, attraverserete ogni tipo di caverna, scavata dai minatori in passato e recentemente bonificata o esplorata dagli archeologi. E potrete concludere l’esperienza con una merenda o un aperitivo sotterranei!
La vostra mini-avventura alla Miniera consiglio scarpe comode (meglio se da trekking) e una felpa o piumino leggero perché all’interno la temperatura è sui 10°. Per info su costi e orari potete consultare il sito La Mine D’Argent che è anche in italiano.
2. Visita a un produttore di latte d’asina
Nel comune di Vallouise-Pelvoux, nel cuore del Parco nazionale degli Ecrins, sorge la fattoria di Sabine Massa “L’âne qui bulle” (l’asino che fa le bolle). Sabine è allevatrice e produttrice di latte d’asina che poi trasforma in cosmetici. Nella fattoria coltiva anche diverse piante (calendula, arnica) utilizzate anch’esse nella produzione di cosmetici. Tutto questo viene realizzato attraverso un approccio che rispetta l’ambiente, il benessere degli animali e l’economia sociale.
Durante la visita alla fattoria, che viene proposta nel periodo estivo (1 luiglio-31 agosto), Sabine ci porta a conoscere da vicino le sue asine. Queste, durante la bella stagione, vivono serene e in piena libertà all’aperto nei grandi prati che circondano la fattoria e nei pascoli di montagna. Ci spiega che vengono alimentate solo con fieno di montagna e cereali locali e che la mungitura avviene manualmente quando i cuccioli hanno già 3 mesi e possono quindi nutrirsi anche di erba fresca. Inoltre viene prelevato solo 1 litro di latte al giorno degli 8 che l’asina produce.
La visita prosegue all’interno del negozio di cosmetici. Su un tavolino è stato predisposto tutto il necessario per la nostra esperienza: produrre con le nostre mani un balsamo per le labbra a base di calendula e miele! Per me è stata la prima volta e mi sono molto divertita a giocare al piccolo chimico! Questo atelier è proposto tutti i mercoledì al costo di 25€ e va prenotato per mail (contact@lanequibulle.com) o sms (0679662625).
Il venerdì è il giorno dedicato ai bambini: caccia al tesoro e taglio di una saponetta al latte d’asina. Il lunedì invece si può assistere alla mungitura. Insomma le esperienze da vivere anche in famiglia non mancano e poi c’è la merenda! Io ho assaggiato il loro squisito gelato al latte d’asina.
Infine Sabine, che è anche saponificatrice diplomata all’Università Europea degli Aromi e dei Profumi, vi illustrerà la sua gamma di prodotti cosmetici composta da diversi tipi di saponi al latte d’asina saponificato a freddo, oli e balsami vegetali e creme al latte d’asina.
Gli oli e i balsami sono prodotti nel laboratorio dell’azienda. Le creme sono prodotte con latte d’asina fresco e biologico da un piccolo laboratorio partner. I prodotti possono essere acquistati anche on line nel sito dell’azienda.
3. La Forest therapy
Per la terza esperienza ci siamo spostati ai piedi del monte Pelvoux, nel piccolo borgo di Ailefroide. Abitato solo nei mesi estivi, Ailefroide è un luogo senza tempo che vive al riparo da ogni influenza esterna, un luogo di silenzio e di pace dove è realmente possibile sentire il respiro della natura.
Qui abbiamo incontrato Lucas Bessy, nato e cresciuto nelle Alpi, grande viaggiatore e guida certifica in forest therapy. Sotto la sua guida ho vissuto la più potente esperienza di riconnessione con la natura che abbia mai provato. Ma in cosa consiste esattamente la “terapia della foresta”?
L’esperienza si svolge nel bosco su un percorso breve, meno di un chilometro, e dura 3 ore. La guida propone degli “inviti sensoriali” che coinvolgono i 5 sensi in modo che i partecipanti interagiscano con l’ambiente naturale. Gli inviti non devono essere eseguiti come esercizi, ma piuttosto come giochi o laboratori divertenti. Ad esempio, sdraiarsi e guardare le nuvole che passano, ascoltare il bosco, esplorare l’ambiente usando l’olfatto… La sessione si conclude sempre con un ritorno graduale al punto di incontro per un tempo dedicato all’incorporazione dell’esperienza.
Lasciando andare la mente a favore dei sensi, il bagno nel bosco ci riconnette gradualmente con l’essenziale, con ciò che è vivo, con ciò che è presente e con ciò che ci circonda. Il ruolo della guida è quello di fare da ponte tra la Natura e i partecipanti. Il benessere attraverso il semplice atto di rallentare. Riconnettersi con se stessi attraverso la riconnessione con la natura.
Come nasce la Forest Therapy
La silvoterapia, o terapia della foresta, è una pratica di ispirazione giapponese nota come Shinrin-Yoku, letteralmente: bagno nella foresta. Prende forma negli anni ’80 a seguito di ricerche scientifiche volte a trovare un rimedio contro stress depressione e burn-out. Fu scoperto che gli alberi secernono costantemente particelle chiamate fitoncidi per proteggersi dall’attacco di insetti e germi. I fitoncidi ricchi di oli essenziali, penetrano facilmente nei polmoni umani. I loro effetti sul corpo umano includono il rallentamento della frequenza cardiaca, il rafforzamento del sistema immunitario e l’abbassamento della pressione sanguigna. Il semplice atto di respirare e immergersi in queste particelle per diverse ore ha dimostrato di essere altamente benefico per la salute.
Per provare questa esperienza potete contattare direttamente Lucas Bessy (lucasbessy@orange.fr) o l’ente del turismo (www.paysdesecrins.com).
Dopo questa esperienza a dir poco rigenerante, abbiamo fatto una pausa pranzo al Caffè-Ristorante Aile Chaude. La cucina è in una capanna, i tavolini all’aperto in mezzo al verde delle montagne e con vista sul Monte Pelvoux. Un luogo autentico e unico che vi aspetta col suo famoso Sabich (un panino di verdure fresche grigliate condite con 4 salse fatte in casa), il suo humus, la torta di carote e i biscotti al cacao-tahini. In estate il servizio è continuo, dalle 12 alle 22.
Dove dormire
Queste fantastiche esperienze vissute nel Pays des Ecrins, sono state coronate dall’alloggio che per due notti mi ha accolto. Ho soggiornato nel comune di Vallouise-Pelvoux, un territorio abbastanza vasto che riunisce due comuni e diversi borghi. La sua posizione geografica, alla confluenza di valli, permette di accedere a un’ampia gamma di siti per l’escursionismo, l’alpinismo e l’arrampicata. Inoltre, circondata da alte vette dai nomi prestigiosi, è la strada reale che conduce al cuore del Parco Nazionale degli Ecrins.
L’Auberge Saint-Antoine è un piccolo hotel a conduzione familiare, con camere accoglienti vista montagna, un ristorante che propone cucina fatta in casa con prodotti freschi e in gran parte locali, una terrazza panoramica in cui mangiare d’estate e un graziosissimo giardino ai bordi di un ruscello in cui rilassarsi in qualunque momento della giornata. Al calar del sole, consiglio l’assaggio degli aperitivi creativi dello chef.
Il borgo di Vallouise
A pochi km dall’hotel, consiglio la visita al grazioso borgo di Vallouise e al suo imperdibile mercato del giovedì. D’estate è molto animato e ci trovate davvero di tutto: abbigliamento, artigianato, souvenirs e prodotti del territorio. Assaggiate i tipici Tourtons (ravioloni ripieni fritti) e degustate gli elisir di Isabelle. Isabelle produce vini e liquori con le piante che coltiva nel suo giardino! Tutte le piante utilizzate per produrre gli elisir sono endemiche, coltivate e raccolte in modo biodinamico nella valle di Freissinières. Potete anche programmare una visita al suo giardino e alla sua cantina e provare uno dei suoi atelier di degustazione.
Come arrivare
Se viaggiate in treno la stazione di riferimento è l’Argentière les Écrins. Dall’Italia il tragitto è il seguente: treno fino a Oulx, bus o taxi da Oulx fino a Briançon e poi treno da Briançon a L’Argentère. Il tutto si semplifica molto se viaggiate in aereo, perché potete optare per gli aeroporti francesi di Marsiglia, Valence o Parigi, città da cui trovate treni o bus diretti per L’Argentière. In auto si prende l’autostrada A43 dalla Maurienne attraverso il tunnel del Fréjus, poi il Col de Montgenèvre. Si attraversa Briançon in direzione di Gap. Si entra nel Pays des Écrins da Saint-Martin de Queyrières.
Cosa vedere nei dintorni
Se avete abbastanza tempo a disposizione consiglio di proseguire la visita alla vicina Valle di Serre Chevalier, altro luogo incantevole per lo sport e il benessere e alla città medievale di Briançon.
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P.S. Viaggiare in sicurezza
Prima di partire verificate di essere in possesso della Tessera sanitaria italiana, che è anche Tessera Europea di Assistenza Malattia (TEAM). Nell’eventualità di un’emergenza di tipo sanitario in Francia garantisce l’accesso alle prime cure nelle strutture pubbliche dietro pagamento di un ticket moderatore. Tuttavia, come suggerisce lo stesso Consolato Generale d’Italia a Parigi, è consigliabile disporre di una assicurazione di viaggio privata dotata di un adeguato massimale per la copertura dei rischi piu’ comuni quali annullamento voli, smarrimento bagagli, copertura sanitaria a seguito di infortuni, problemi di salute durante il soggiorno. Augurandovi che non ne abbiate mai bisogno, come lettori di Franciamonamour, avete il 10% di sconto sull’ Assicurazione Heymondo, personalizzabile in base alle vostre esigenze.