(Vizi e sfizi di un americano a Parigi)
Oggi parte una nuova rubrica di Franciamonamour, che non esisterebbe se non esistesse anche la persona che me l’ha ispirata. Uno spazio dedicato alle gioie del palato, tutte rigorosamente made in France. L’ispiratore si chiama Jonh Norstad e naturalmente l’ho conosciuto in Francia, a Parigi.
Storia di un’amicizia
Era estate, ed io ero a Parigi per seguire un corso alla Sorbona e vivermi la città per un mese intero. Di giorno studiavo e giravo la capitale in solitaria, di sera rivedevo i vecchi amici. A volte azzardavo serate con conoscenze più recenti, come quella fatta con Nasrin durante la mia prima ed unica esperienza di couchserfing. (I couchserfer sono persone che tramite una piattaforma on-line offrono ospitalità gratuita nella propria casa a viaggiatori squattrinati, e lo fanno, oltre che per il piacere di allargare la propria mente e il proprio cuore, per poter usufruire dello stesso “favore” un domani). Insomma, Nasrin mi aveva ospitato a casa sua in uno dei miei innumerevoli weekend parigini, e da allora mi aveva scelta come sua migliore amica italiana.
La conoscevo poco, mi sembrava un po’ svitata, ma di buon cuore, e soprattutto aveva tanti amici e voglia di divertirsi. Fu lei a presentarmi il suo amico John. Si erano conosciuti ad un corso di lingua francese alla Sorbona ed erano subito diventati inseparabili. Fin qui nulla di strano. A parte il fatto che lei avesse 20 anni e lui 68. Ma lo sappiamo, nelle questioni di cuore, che sia amicizia o amore, l’età non conta.
John Norstad, ex informatico in pensione di Chicago, aveva scelto la città più bella del mondo per godersi la sua ritrovata libertà, e noi come suoi amici. Quell’estate resterà scolpita nella mia memoria come una delle più belle della mia vita, perché piena di doni inaspettati. Ero partita da sola, con qualche contatto in agenda e pochi programmi in mente tranne quello di farmi portare dalla vita. E così fu. La vita mi portò dentro tante altre vite, tanti sorrisi, tante storie. Come quella di John appunto.
Il suo appartamento a Saint Germain-de -Prés era diventato il nostro quartier generale. Vino rosso a fiumi e camambert per iniziare la serata, che poi proseguiva in qualche locale a ballare o a passeggiare per Parigi fino a notte fonda. Quante cose mi ha raccontato John durante quelle notti e quante gliene ho raccontate io. Così si creano i legami, vivendosi e raccontandosi. E i legami riguardano la parte impalpabile di noi, quella ineffabile. Quella che resiste e unisce nonostante si parlino lingue diverse, si abbiano un’età e un vissuto diversi, e poi si finisca a vivere ai poli opposti del mondo.
Ora io vivo a Milano e John è tornato a Chicago. Però puntualmente, nella mia casella di posta elettronica compare il suo nome. Mi racconta la sua nuova passione: preparare dolci francesi. Gli mancavano troppo, così ha deciso di farseli da sé! E allora io ho deciso di mostrarveli, i magnifici dolci che prepara John, perché sono davvero belli, e perché come ci è riuscito lui, anche noi possiamo diventare dei provetti pasticceri. Da oggi in poi, la Francia non sarà più solo da vedere, ma anche da mordere!