Su Menton, lo ammetto, avevo dei pregiudizi. Una cittadina di mare ad una manciata di km dalla riviera ligure, cosa poteva mai celare di tanto interessante? Poi accade che ho tre giorni di vacanza e c’è quel villaggio arroccato proprio vicino Menton che voglio assolutamente vedere… e voilà. Il sipario dei miei falsi miti si alza e svela uno dei tesori più eclettici e tipici della riviera francese: benvenuti a Menton, lo scrigno della Costa Azzurra.
Annidato su un lembo di terra tra l’Italia e il principato di Monaco, Menton gode di un microclima privilegiato che preserva i giardini esotici disseminati nel suo territorio e esalta il gusto dei suoi agrumi conosciuti in tutto il mondo. Ma Menton è anche stazione balneare super attrezzata e “Città d’arte e di storia” dal patrimonio unico. Insomma una vera piacevole sorpresa che ho scoperto nei 3 giorni che ora vi racconto
Giorno 1: cultura e gastronomia
Al risveglio del mio primo giorno a Menton, trovo un ospite che di certo non era stato invitato: la pioggia!! Non mi perdo d’animo, avevo comunque in programma delle visite al chiuso e comincio da quelle.
Il Museo Cocteau
Raggiungo il mare all’altezza della rotonda du Bastion dove sorge il monumento omonimo. Un antico fortino militare (1636) che oggi ospita il Museo Jean Cocteau, progettato proprio da Cocteau negli anni ’60 dove si susseguono diverse mostre dedicate alle sue opere. Occasione per me di riscoprire questo artista eclettico francese che fu poeta, disegnatore, drammaturgo, regista e attore! Dopo la visita approfittate del panorama salendo sulla diga che si dispiega dal bastione fino al faro. Godrete di una prospettiva unica: da un lato il mare, dall’altro una cartolina colorata del centro storico.
Il Marché des Halles
Esco dal museo ma l’ospite indesiderato è ancora lì, più cupo e insistente di prima. A pochi metri dal bastione, mi imbatto in un enorme edificio colorato. All’interno intravedo una certa effervescenza, capisco che si tratta di un mercato coperto, mi ci infilo per continuare a temporeggiare in attesa del sole. E’ così che scopro il Marché des Halles (il mercato municipale coperto) e mi si spalanca un mondo. Un tripudio di colori e sapori del Sud mi inebria i sensi e comincio a vagare tra una bancarella e l’altra alla scoperta delle specialità del territorio. La star del mercato è il limone di Menton (IGP) che potete gustare nature oppure abbinato ad una quantità incredibile di altri prodotti come l’olio, le sardine (al limone candito), la focaccia per citarne solo alcuni. E poi ancora le spezie, le tapenade (simil paté) in mille gusti diversi da spalmare sul pane e gustare come aperitivo. E poi i formaggi, i vini, ma anche piatti caldi a base di carne o verdure già belli e pronti da asporto. Tra le specialità del posto meritano l’assaggio la socca (farinata di ceci) e il barbajuan (raviolo fritto con ripieno di ricotta e bietola).
La sala nuziale
Tempo di pranzare nella meravigliosa place aux herbes, che l’ospite indesiderato ha lasciato il posto ad un sole timido, ma pur sempre sole! Concludo il mio giro dei posti al chiuso con una vera chicca: la sala dei matrimoni nel palazzo del comune di Menton. La sala è stata mirabilmente decorata da Jean Cocteau con giganteschi dipinti che sono un’ulteriore testimonianza del suo attaccamento alla città di Menton.
Il centro storico
Ora il sole splende alto e picchia anche forte. Concludo la mia intensa giornata perdendomi tra i vicoli del centro storico alla scoperta dei suoi “gioielli” barocchi. Salgo le famose e scenografiche rampe che conducono alla basilica Saint-Michel e ne ammiro la facciata color ocra e il maestoso campanile in stile genovese divenuto il simbolo della città. Accanto alla basilica, un altro fulgido esempio di arte barocca è la Cappella dell’Immacolata Concezione (Chapelle des Pénitants Blancs) edificata tra il 1680 e il 1687. Da place de la Conception parte rue du Vieux Château che conduce al cimitero in collina, con una vista straordinaria sulla città, il mare, le montagne e l’Italia.
Giorno 2: i giardini
Sapevate che Menton è detta la “città-giardino”? Beh io no. In questo viaggio ho scoperto che Menton possiede tantissimi giardini privati e pubblici che hanno ricevuto dal Ministero della cultura il label di “Giardini Notevoli” in quanto custodiscono un patrimonio botanico d’eccezione che fa di Menton il polmone verde della Costa Azzurra.
Ma come mai così tanti giardini proprio a Menton? Alla fine del XIX secolo l’aristocrazia europea sceglie Menton come luogo ideale in cui svernare per i suoi paesaggi e il micro-clima. Molti di loro sono appassionati di botanica e cominciano a riportare dai loro viaggi piante rare che a Menton riescono a prosperare grazie ad un clima propizio. E’ così che si è giunti ad avere una tale diversità di giardini. Avrei voluto vederli tutti ma avendo poco tempo a disposizione, ho dovuto fare una scelta (alcuni essendo privati, sono visitabili solo in alcuni giorni e orari prestabiliti con visita guidata. Info qui).
Il Giardino Botanico Val Rahmeh
Nel 1905 Sir Percy Radcliffe trasforma una vecchia proprietà agricola in giardino e gli dà il nome di sua moglie, Rahmeh, termine arabo-persiano che significa “tranquiliità”. Nel 1957 un’altra inglese, Miss Campbell lo compra e ne fa un giardino esotico. Infine il giardino viene acquisito nel 1966 dal museo nazionale di storia naturale che lo gestisce tuttora costituendo il giardino botanico che oggi conosciamo: 700 specie vegetali provenienti dalle regioni mediterranee, subtropicali e tropicali preservate grazie al microclima di Menton (più caldo e più umido rispetto al resto del litorale).
E’ incredibile come, varcata l’entrata, vengo subito proiettata in un’altra dimensione. La città scompare, entro in comunione totale con la natura e con un senso di quiete interiore. L‘itinerario da seguire all’interno del giardino è segnalato da frecce a numerazione crescente. La parte che ho preferito è la n. 17, attenzione a non perdervela perché si trova in una zona sopraelevata accessibile da una scaletta che può passare inosservata. Info pratiche qui.
Il Giardino dei romanzieri
Questo giardino ho avuto la fortuna di poterlo visitare gratuitamente durante una delle visite guidate organizzate dal servizio per il patrimonio della città di Menton. La guida ci ha raccontato la vita avventurosa di Blasco Ibanez, l’illustre scrittore spagnolo che acquistò la proprietà Fontana Rosa nel 1922 creando tutt’intorno questo giardino speciale. Il suo intento fu quello di celebrare i 12 romanzieri migliori al mondo e lo fece disseminando il giardino di busti dedicati a scrittori come Dickens e Dostojevski, e riservando un posto d’onore a Cervantes, il suo preferito. Ma il giardino doveva anche fungere da luogo ispiratore per la sua penna, per questo volle ricrearvi un angolo della sua città natale (Valencia) tramite la presenza di pergole, una molteplicità di fontane decorate con ceramiche colorate e brillanti e persino un acquario gigante!
Giorno 3: Roquebrune Cap-Martin
Menton mi sta piacendo più del previsto ma non mi dimentico del motivo per cui sono qui. Anch’io come l’imperatrice Elisabetta d’Austria e la grande stilista Coco Chanel sono stata rapita dal fascino di un piccolo villaggio a strapiombo sulla penisola di Cap-Martin intravisto in qualche foto su internet: il suo nome è Roquebrune Cap-Martin e voglio assolutamente visitarlo!
Come arrivare
Il villaggio è a 300 metri di altitudine a due passi da Menton, ma arrivarci senza auto è stata una piccola impresa. Su internet non trovo informazioni utili, quindi chiedo delucidazioni al receptionist dell’albergo dove alloggio. Seguo le sue indicazioni, riesco ad arrivare a destinazione ma con un tragitto in autobus lunghissimo. L’autista infine mi dice qual è il percorso migliore: per l’andata salite alla fermata Marché Carnoles (Avenue A. Brinand, Menton) con bus n. 22 e ritorno con bus n. 21 da Roquebrune.
Il castello
Giunta al villaggio, delle indicazioni mi conducono facilmente al castello del X secolo che lo sovrasta e dal quale si gode di una vista panoramica eccezionale che da sola vale tutta la strada fatta per arrivare fin qui. Il castello è l‘unico esemplare esistente in Francia dei castelli detti “Carolingi“, un embrione di quelli che verranno costruiti due secoli dopo e che segneranno l’apogeo del feudalesimo.
Dopo esservi inebriati di bellezza con il panorama dal castello, inebriatevi di un buon vino francese a La Grotte et l’Olivier godendovi l’atmosfera unica che trovate in Place des 2 frères ed un altro belvedere non da poco.
L’ulivo millenario e Le Corbusier
Questo piccolissimo villaggio custodisce altre due cose preziose. Una è l’ulivo millenario! E’ alto 15 metri, ha circa 2000 anni e una circonferenza di quasi 20 metri. Mi sono avvicinata a lui con la riverenza che si deve ad un vecchio saggio che ha vissuto mille vite e superato altrettante tempeste. Poi mi è venuto spontaneo accarezzarlo come se volessi carpire un po’ della sua saggezza ed energia vitale…
L’altra cosa preziosa è la tomba del noto e controverso architetto urbanista Le Corbusier da lui stesso progettata e che si trova nel cimitero del paese. Forse non tutti sanno che Le Corbusier perse la vita il 27 agosto 1965 durante una nuotata a largo di Roquebrune.
I miei tre giorni sono volati, ci ho messo dentro quanti più posti possibili, ognuno con la sua storia da raccontare. Ho provato a snocciolarle qui, perché possano esservi di ispirazione, svago o semplice utilità.
A la prochaine!
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