Il Taccuino

Torino: la città più francese d’Italia

Lo scorso weekend sono stata a Torino, la città più francese d’Italia, per partecipare ad un travel bootcamp. Cos’è un travel bootcamp? E’ una formazione sul campo dedicata a travel blogger. Tre giorni di full immersion per sperimentare un vero blog tour e imparare a lavorare con enti del turismo e social netwok in modo sempre più professionale. Perché la passione da sola, anche quando è grande, non basta per fare le cose bene. Per arrivare ad un risultato ci vuole anche dedizione e tanto studio. Ed io, che sono della vergine e per di più prof, ho la deformazione personale e professionale di voler fare le cose per bene.

Tre giorni vissuti tutti d’un fiato e densi di scoperte. Tra le molteplici esperienze vissute, ne ho selezionate tre, quelle mi hanno colpito di più, e in ognuna ci ho pure trovato un “pezzo di Francia” dentro.

Legami storici

Ero stata a Torino tante volte, fin dai tempi dell’Erasmus, spesso di passaggio per raggiungere la vicina Lione. E già in quei fuggevoli soggiorni Torino mi aveva stregato, la trovavo una città molto elegante e con un’atmosfera francese molto evidente.

Certo la Francia è davvero a due passi, le influenze sono inevitabili, ma l’impronta francese è stata data a Torino soprattutto dalle vicende storiche. Torino rimane sotto il dominio dei francesi per due lunghi periodi nell’arco della storia. La prima volta nel 1536, i francesi occupano Torino e se la tengono per ben 25 anni. Poi di nuovo nel 1802, Napoleone annette il Piemonte alla Francia e Torino diventa una delle principali città della Repubblica Francese fino al Congresso di Vienna del 1814.

Scopri il centro con Turin.Tour

Mentre passeggio per il centro di Torino, molte cose mi ricordano la mia Francia: le ampie regali piazze con le fontane a raso pavimento come piazza Solferino mi ricordano place des Terraux a Lione o place de la Liberation a Digione, i lampioni in stile liberty mi riportano sul Pont Alexandre III di Parigi, così come le bellissime gallerie torinesi (Galleria Subalpina, Galleria San Federico e Galleria Umberto I) mi ricordano inevitabilmente gli innumerevoli “passages” Parigini presenti in Francia sin dal XVIII secolo e la cui costruzione iniziò nella città sabauda solo a partire dalla seconda metà del 1800.

E come non citare poi il Ponte Emanuele I, il più importante della città, sorto per volere di Napoleone Bonaparte e progettato dall’ingegnere francese Claude Joseph La Ramèe Pertinchamp. Il ponte doveva unire strategicamente varie zone città ma soprattutto glorificare Napoleone come re d’Italia. Per questo, una volta liberatisi dal giogo dei francesi, i torinesi avrebbero voluto eliminare questo forte simbolo della dominazione straniera, ma Vittorio Emanuele decise di terminarne la costruzione perché di fondamentale importanza per la città.

Matej Kastelic/Shutterstock.com

Per non rischiare di perderti nessuna chicca del centro, ti consiglio di affidarti alle guide esperte di Turin.Tour. Potrai scegliere tra tour classici, insoliti e su misura, tutti frutto dell’esperienza e della passione di Patrizia, Chiara, Carlo, Federica e Francesca, torinesi di nascita e di professione.

La Pinacoteca Agnelli

Gli amanti dell’arte francese (e anche gli amanti dell’arte in generale), non possono assolutamente perdersi questa chicca situata in un luogo assolutamente unico e iconico.

La storia di Torino è indissolubilmente legata a quella della Fiat, e la storia della prima grande industria Europea nasce e si sviluppa al Lingotto, un comprensorio di edifici situato nel quartiere torinese di Nizza Millefonti. Oggi la palazzina centrale di quel comprensorio, ospita lo Scrigno, una piccola costruzione di Renzo Piano situata sul tetto, votata a contenere un tesoro artistico:  la collezione privata della celebre famiglia che comprende venticinque opere scelte da Giovanni e Marella Agnelli. Tra le sculture del Canova e i dipinti del Canaletto, troverete un’intera parete dedicata ai coloratissimi dipinti di Matisse, la celebre Négresse di Manet e la Baigneuse Blonde di Renoir.

Altra particolarità, che rende questo luogo unico, è la presenza di una pista automobilistica sul tetto. Lo Scrigno è infatti circondato dalla Pista 500 usata negli anni ’20 per collaudare le automobili Fiat. Oggi è diventata un museo a cielo aperto di arte contemporanea.

Tra le varie opere presenti, quella più spettacolare è senz’altro il murales realizzato dall’artista francese Dominique Gonzalez-Foerster  per la curva parabolica nord della pista. PISTARAMA si presenta come un collage monumentale, che prende le mosse dalla storia politica e culturale di Torino per estendersi a episodi e figure legate a lotte di rivendicazione sociale attraverso tempi e geografie diverse. 

Arte Urbana e sostenibilità

La terza esperienza che vi consiglio è quella di andare alla scoperta delle 18 opere di Street Art nate dal progetto TOward 2030-What are you doing? Toward 2030 è un percorso che si snoda nei vari quartieri della città dal forte impatto visivo e sociale in quanto dà voce e forma (artistica) ai 17+1 obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Diciotto artisti internazionali hanno trasformato Torino nella prima città al mondo ambasciatrice dell’Agenda 2030 dell’ONU.

E anche qui, immancabile, il pezzetto di Francia è rappresentato dall’opera “The Ode of Collapse” dello street artist francese Mantra. Il suo murales è dedicato all’obiettivo 13, che si prefigge l’adozione di misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Per questo Mantra, da sempre amante della natura e delle farfalle, interpreta la perdita della biodiversità dipingendo una moltitudine di farfalle incolore tra le quali spicca un’unica farfalla blu. Le farfalle incolore rappresentano tutte le specie ormai già estinte sul pianeta a causa appunto dell’inquinamento e del cambiamento climatico.

Dove alloggiare

Durante questo Blog Tour formativo organizzato da Luca ed Elisa di @miprendoemiportovia in collaborazione con @turismotorino, sono stata ospite dell’hotel DU PARC CONTEMPORARY SUITES. Per dovere di cronaca devo dire che l’hotel non rientra nella fascia di prezzo degli alloggi che di solito uso quando viaggio e che consiglio qui ai miei lettori, ma faccio volentieri un’eccezione perché si tratta di un hotel davvero particolare, che sicuramente piacerà molto agli amanti dell’arte.

Si tratta infatti di un ART Hotel 4 stelle ospitato all’interno di uno dei più importanti edifici del modernismo torinese, premiato per il suo progetto dall’Ordine degli Architetti. Uno scrigno in cemento armato e vetro, un mix perfetto tra architettura razionalista e brutalista, che custodisce un’ampia collezione privata di opere d’arte da ammirare negli spazi comuni e nelle suite. Anche qui, incredibile, un pezzo di Francia rappresentato dall’opera La Main Ouverte dell’architetto svizzero naturalizzato francese Le Corbusier.

Al termine del blog tour formativo Elisa ci ha chiesto di riassumere la nostra esperienza in una parola. La mia è stata PASSIONE, senza la quale non avrei mai retto i ritmi e l’impegno richiesti per svolgere al meglio questo compito. D’altronde non è forse solo la passione a dare un senso a quello che facciamo?

Se questo articolo ti ha ispirato condividilo con chi ama l’arte francese e desidera scoprirla anche in Italia! 🙂

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